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Definizione
La Malattia di La Peyronie o Induratio Pensis Plastica è una patologia caratterizzata dallo sviluppo di una cicatrice all’interno del pene (più specificamente una placca fibrosa a livello della tunica albuginea) con conseguente incurvamento del pene in erezione.
François Gigot de La Peyronie, medico francese, fu il primo a descrivere, nel 1743, questa malattia che perciò prese il suo nome.
La Malattia di La Peyronie è una patologia benigna, che pertanto non ha nulla a che fare con i tumori. Contrariamente all’incurvamento congenito del pene non è presente sin dalla nascita ma si acquisisce. Inoltre, è bene sottolineare che la maggior parte degli uomini ha una leggera curvatura del pene in erezione, stabile, che non ha nessun significato patologico.
Frequenza della Malattia di La Peyronie
La Malattia di La Peyronie insorge più spesso tra i 50 e i 60 anni ed ha una frequenza stimata nella popolazione del 0.7-11%. Tuttavia, non è raro che si sviluppi anche in pazienti più giovani e la sua frequenza probabilmente è sottostimata a causa della bassa percentuale di uomini con pene curvo che si rivolge effettivamente al medico.
Cause della Malattia di La Peyronie
Non si conosce la causa della Malattia di La Peyronie. L’ipotesi più accreditata è che microtraumi ripetuti del pene (ad esempio durante i rapporti sessuali) possano innescare un’infiammazione con conseguente formazione della placca. Questa ipotesi è avvalorata dal fatto che traumi “maggiori” del pene durante i rapporti sessuali possono scatenare la malattia. Ad ogni modo, nella maggior parte dei casi non viene individuata nessuna causa specifica.
Esistono comunque dei fattori di rischio riconosciuti per la Malattia di La Peyronie, tra cui diabete, ipertensione arteriosa, dislipidemia, cardiopatia ischemica, disfunzione erettile, fumo, e alcol. È stata inoltre notata una certa associazione del pene curvo con altre malattie simili come la Malattia di Dupuytren (fibromatosi palmare) e la Malattia di Ledderhose (fibromatosi plantare).
Fasi della Malattia di La Peyronie
Si riconoscono due fasi consecutive della Malattia di La Peyronie:
- Acuta (attiva): sviluppo del pene curvo, dolore del pene. Può durare fino a 12-18 mesi
- Cronica (stabile) : curvatura peniena stabile (assenza di peggioramento), scomparsa del dolore del pene
In realtà il dolore del pene nella fase acuta è presente solo in una minoranza dei casi (35-45% ) ed in genere scompare dopo la fase più precoce.
Se pur rari, sono possibili casi di riacutizzazione (sviluppo di una nuova placca con una nuova fase acuta).
Sintomi della Malattia di La Peyronie
Il primo sintomo della Malattia di La Peyronie descritto dai pazienti è in genere il pene curvo in erezione. La curvatura è più frequentemente dorsale (punta verso l’alto), ma può essere anche ventrale (punta verso il basso), laterale, mista o “complessa” (a cerniera, a clessidra). Inoltre la curvatura può essere più o meno severa.
Spesso il paziente riferisce di sentire al tatto un “nodulo” nel pene (la placca) e lamenta un accorciamento del pene (causato dalla fibrosi ma influenzato in genere anche da una ridotta rigidità). Inoltre, nei primi mesi può essere presente dolore del pene soprattutto in erezione.
La Malattia di La Peyronie può causare “difficoltà meccanica” nei rapporti sessuali o nei casi più severi disfunzione erettile (impotenza).
I pazienti generalmente manifestano sofferenza psicologica per la malattia ed una significativa percentuale di essi inizia a soffrire di vera e propria depressione.
Diagnosi della Malattia di La Peyronie
È essenziale un’attenta anamnesi allo scopo di indagare l’insorgenza e l’evoluzione della malattia, nonchè i fattori di rischio e la funzione sessuale del paziente. Inoltre, è fondamentale l’esame obiettivo del pene per valutare la placca e la curvatura. La valutazione della curvatura deve ovviamente essere fatta in piena erezione, pertanto ci si può avvalere di foto scattate dal paziente (erezione naturale) oppure si induce l’erezione con un dispositivo (vacuum) o iniettando nel pene un farmaco (erezione artificiale).
L’ecografia del pene non è indicata per valutare la dimensione della placca, può essere utile invece per verificare la posizione e la calcificazione della placca. Un ecocolordoppler può essere utile per valutare la funzione vascolare del pene in caso disfunzione erettile concomitante.
Terapia della Malattia di La Peyronie
È fondamentale rivolgersi al medico il prima possibile per iniziare precocemente il trattamento e così limitare al massimo i danni della Malattia di La Peyronie. Se c’è stato un trauma del pene è bene rivolgersi al medico anche prima dello sviluppo di una eventuale curvatura.
Non esiste nessuna terapia “eziologica” con scopo “curativo”. Nella fase acuta lo scopo del trattamento è alleviare il dolore (se presente) e ostacolare il peggioramento della curvatura. Nella fase cronica l’obiettivo del trattamento è correggere la curvatura. In entrambe le fasi ovviamente il trattamento mira anche a preservare o migliorare la funzione sessuale.
Si può distinguere una terapia conservativa ed una chirurgica. La terapia conservativa è indicata principalmente nella fase acuta, ma può essere proposta anche in pazienti selezionati durante la fase cronica (es: controindicazione o rifiuto della chirurgia). La terapia chirurgia resta il trattamento di riferimento durante la fase cronica.
Terapia conservativa
Antinfiammatori non steroidei (FANS), onde d’urto (ESWT) e Tadalafil (farmaco comunemente prescritto per la disfunzione erettile) possono essere utilizzati per ridurre il dolore della fase acuta della Malattia di La Peyronie. Alcune evidenze mostrano un effetto delle onde d’urto e del Tadalafil anche nell’ostacolare il peggioramento della curvatura in fase acuta. Il Tadalafil può avere ovviamente un effetto benefico anche sull’erezione del paziente. Trattamenti orali con altri farmaci o integratori (es: Pentossifillina, Vitamina E, Potaba, Carnitina, Coenzima Q10) non sono raccomandati a causa delle prove limitate sulla loro efficacia.
Le iniezioni intraplacca di alcuni farmaci (collagenasi di Clostridium Histolyticum, Interferone α-2b) si sono dimostrate capaci di ridurre la dimensione della placca e la curvatura in pazienti selezionati con Malattia di La Peyronie sia in fase acuta che cronica. Tuttavia, questi farmaci non sono attualmente commercializzati in Italia. Esistono altri prodotti iniettabili intraplacca (es: Verapamil, Acido ialuronico, Plasma ricco di piastrine) ma le evidenze a sostegno del loro beneficio sulla placca e sulla curvatura sono piuttosto limitate.
Il modellamento del pene tramite dispositivi di trazione o dispositivi vacuum può ridurre la curvatura e aumentare la lunghezza del pene. Le evidenze a supporto di questo trattamento sono limitate ma promettenti. Il costo dei dispositivi, la necessità di una certa “manualità” e la durata del trattamento sono fattori limitanti l’utilizzo del modellamento.
Terapia chirurgica
La chirurgia è indicato nei pazienti con Malattia di La Peyronie in fase cronica (stabile) da almeno 3 mesi con pene curvo che compromette i rapporti sessuali (> 30° o complessa o associata a disfunzione erettile non responsiva a trattamento medico) e desiderosi di un trattamento attivo.
Si distinguono:
- Procedure chirurgiche di accorciamento. Indicate in caso di curvature < 60°, assenza di deformità complesse e pene di adeguata lunghezza. Accorciano il pene significativamente. Sono seguite sul lato convesso del pene (dove non è presente la placca). Esistono diverse tecniche (es: plicatura, Nesbit) ma nessuna si è dimostrata chiaramente superiore alle altre.
- Procedure chirurgiche di allungamento. Indicate in caso di curvature > 60°, curvature complesse o pene di inadeguata lunghezza. Non accorciano significativamente il pene ma si associano ad un elevato rischio di disfunzione erettile postoperatoria. Sono eseguite sul lato concavo del pene (sulla placca) e prevedono l’applicazione di innesti (graft). Esistono diversi graft ma nessuno si è dimostrato chiaramente superiore agli altri.
- Impianto di protesi peniena. Indicato in pazienti con disfunzione erettile non responsiva a trattamento medico. Si posiziona una protesi nel pene che oltre ad assicurare un’erezione spesso è sufficiente a raddrizzare il pene. In caso di curvatura residua dopo l’impianto di protesi possono essere eseguite procedure addizionali (modellamento intraoperatorio, plicatura, grafting)
Bibliografia
- Partin AW, Peters AC, Kavoussi LR, Dmochowski RR, Wein AJ. Campbell-Walsh-Wein Urology. 12.ª ed. Elsevier, 2020
- EAU Guidelines. Edn. presented at the EAU Annual Congress Amsterdam 2022. ISBN 978-94-92671-07-3